Tuesday, January 02, 2007

Presentazione estesa di altri eventi nei links a destra.


COLLETTIVA:
NUOVI SOCI ATTIVI VISARTE 2006
SPAZIO OFFICINA, CHIASSO
26 MARZO - 23 APRILE






Thursday, December 28, 2006


15 SETTEMBRE 2005
GALLERIA PANGEART, BELLINZONA.
ORGANIZZAZIONE DI UN'EVENTO MUSICALE IN GALLERIA




8 APRILE 2006
TIPOGRAFIA LEPORI & STORNI
VIGANELLO - LUGANO
TESTI E FOTOGRAFIE DI UN'EVENTO MUSICALE IN TIPOGRAFIA




“L’imperatore Huenzung, della dinastia Tang, sospendeva campanelli d’oro fra i rami del suo giardino per allontanare gli uccelli.
E’ lui che in primavera, si faceva accompagnare dai musicisti di corte nei giardini per rallegrare i fiori con soavi armonie.”
O. Kakuzo, Il libro del tè, ed. Bocca 1954


Evento musicale con performance pittorica in tipografia con la partecipazione di:

Andrea Menafra: Chitarra elettrica, amplificazione con vari effetti
Michael Chiarappa: Violoncello barocco.
Anne Mühlbauer: Voce amplificata.
Luca Bruno: Percussioni.
Gregorio di Trapani: Composizione, arrangiamento e percussioni.
Susanita Michelle: Ideazione e organizzazione. Performance artistica, coreografia.
Jamila Aisha: Introduzione con percussioni.
Cesare de Vita: testi, documentazione fotografica.


Ecco l'annuncio della manifestaione distribuito alla stampa:
LEPORI & STORNI PROJECT 2006.
Offrire nuova musica e arte a un nuovo pubblico in luoghi poco ortodossi; questa l’intenzione del gruppo eterogeneo di artisti che per questo primo intervento ticinese verrà ospitato dalla tipografia Lepori & Storni il prossimo 8 aprile presso la loro sede in via Boscioro 20 a Lugano-Viganello alle 19.30. L’ideatrice dell’originale evento, che in quest’occasione avrà come titolo “LEPORI & STORNI PROJECT 2006”, è Susanita Michelle, pittrice di origini bernesi da più di un decennio a Lugano, che con entusiasmo incontenibile ha coinvolto dapprima Prisca e Alberto Storni, da anni suoi amici estimatori e sostenitori e quindi ha raccolto un pugno di musicisti e collaboratori per realizzare quello che sarà uno spettacolo straordinario nel panorama artistico ticinese: la presentazione in un ambiente industriale di un brano di musica contemporanea eseguito dal vivo in contemporanea con una performance pittorica di Susanita. Inoltre sarà la prima esecuzione assoluta del brano composto, a misura del luogo e della formazione, dal cantautore, compositore e percussionista Gregorio di Trapani, di origine siciliana e docente al Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano. Fedele alle premesse l’evento sarà intriso di contrasti e sorprese: tra macchine, utensili e ordinate pile di stampati, dopo l’introduzione al djembé della piccola Jamila figlia di Susanita, gli artisti in tuta nera si esibiranno a volte seguendo la trama della partitura musicale e a volte improvvisando in gruppo e singolarmente, mentre Susanita interverrà coreograficamente distribuendo nell’ambiente sue opere e un filmato allestito appositamente da Alex Zweger presenterà ambienti della tipografia su uno schermo. Apparenti paradossi e contrasti anche nella scelta dei musicisti: un violoncello barocco, Michael Chiarappa, una chitarra elettrica, Andrea Menafra, una voce, l’interprete jazz Anne Mühlbauer e due percussionisti con tamburi di vario tipo e marimba, Luca Bruno e Gregorio di Trapani che useranno inoltre strumenti non certo ortodossi: piegatrici, vecchie e nuove stampatrici e volumi sonori in ottone dello scultore Cesare De Vita, curatore anche dei testi e della documentazione fotografica.
All’entrata e dopo il concerto, della durata di poco più di mezzora, verranno distribuite al pubblico presente in fabbrica opere numerate e firmate di Susanita e fotografie dell’evento scattate e riprodotte all’istante. Seguirà un rinfresco, durante il quale, coerenti con l’esuberanza comunicativa di Susanita, gli artisti si mescoleranno al pubblico con disponibilità di dialogo e di scambio.





500 VISI MILLE OCCHI.
TRE TESTI ISPIRATI AI VISI DI SUSANITA
ESPOSTI E DISTRIBUITI DURANTE E DOPO IL CONCERTO.
(di Cesare De Vita)


Il lato destro, quello sinistro.
Razionalità e intuizione.
Maschile e femminile.
Cosmos e Caos.
Nel conciliare gli estremi, nel cercare e riconoscere i limiti, i nostri limiti, si svela il destino di un’esistenza.

Sulla pelle del viso del capo maori Tupa Kupa stanno incise le armoniose curve logaritmiche delle energie muscolari, il soffio dei venti oceanici e il vaevieni delle onde, la corrosa geografia degli scogli e anche le traiettorie delle baluginanti luci dell’estasi sciamanica.
Sui nostri visi occidentali, percorrendo le rughe, a malapena possiamo riconoscere gli anni truccati dalla cosmesi.
Come riconoscere nei segni che nessuno ci ha mai insegnato leggere la traccia di un destino e, nel caso di esserci riusciti, come affidare ciecamente il nostro approccio ad un’ipotesi così casualmente determinata?
Mi perdo nel variegato alfabeto del colore degli occhi, nell’infinita numerazione delle gote, nelle curve e nelle gobbe dei nasi, nella catalogazione delle bocche: testimonianze di un creatore a cui piace dimostrarsi esistere nella molteplicità delle forme e non certo nell’ossessività dell’uno tanto idolatrato.
Eppure in questo infinito universo di forme, di eccezioni e di incroci, ognuno è individuo, unico nell’eterno fluire delle vite: possibile identità che si staglia precisa sulla linea dell’orizzonte di un destino determinato dalla libera scelta delle proprie azioni e perciò in cammino verso la scoperta della propria origine.
Come non perdere il senno o anche solo l’equilibrio, guardandoti negli occhi, o percorrendo la linea del tuo profilo? Come non ammutolirmi riconoscendo in te la mia unicità che ci eleva a eventi meravigliosi e straordinari nello scorrere dei millenni?
Per cercare un equilibrio e ricominciare a pensare, forse la soluzione è creare uno spiraglio di lucidità nell’immaginare la statica e più tranquillizzante fermezza delle ossa, l’ancor più eterna e fraterna bianchezza di un teschio.

Mille occhi che ti guardano: autoritratto.



Guardami in viso, diritto negli occhi, non esitare a fissarmi, io sono proprio lì dove tu mi vuoi, in mezzo alla stanza, al centro della fotografia, inquadrato nel bel ritratto realista.
Avanzo nel rispetto delle regole e del percorso stabilito, nulla mi distrae, solo e puntato sul bersaglio che non perdo di vista, unica mia meta, visibile e nettamente stagliato all’orizzonte.
Ti guardo attraversare l’orizzonte, vedo ogni tuo passo e anticipo la tua direzione ed ogni eventuale minaccia o il passato allarme: la casamatta, la torre di guardia (quello che vedi urla), il castello, il cannocchiale, la telecamera.

In mezzo alla gente: una folla di visi, nasi, occhi, braccia, gambe; uomini e donne, bimbi.
Una molteplice danza di colori e di forme: discutono, ridono, cantano, ballano gesticolando rumorosamente.
Cercando nel disordinato rumore della folla un ritmo che mi identifichi, guardo disincantato e imito alcuni movimenti; io sono io, ma anche un po’ loro; guardo ogni smorfia, ogni espressione e riconoscendo saluto e rispondendo gioco.
Guardami guardarti: mi hai visto? Anch’io ti vedo e guardandoti scambio e cambio e cresco.
Non c’è paura o minaccia; riconosco le differenze e io mi riconosco come differenza tra le tante, mi espando cambiando e assorbendo nuove storie e nuove lingue: da corpo a corpo, da voce a voce, da viso a viso, da sguardo a sguardo.
Non siamo forse unici e uguali? Parenti e amici, amanti e conoscenti, fratelli e figli, madri e padri?
Non siamo forse differenti e identici nello scorrere dei giorni e delle stagioni, nel ritmo delle generazioni?

Mille occhi che mi guardano: autoritratto.



Prendete il programma che avete sicuramente fra le mani, e se non avete quello usate un foglio o anche le mani se non avete altro.
Coprite prima una metà e poi l’altra di uno dei cinquecento visi esposti.
A meno che non abbiate scelto quelli di profilo o di tre quarti, vi sarà possibile notare una costante: le due metà non mostrano mai la stessa espressione.
Questa particolarità denuncia che nei visi c’è sempre un altrove, una fuga che si offre, una dimensione nascosta.
Anche se i tratti sono generalmente ben delineati e precisi (secondo me è uno dei pregi determinanti nella totalità dell’intervento) permane un’ambiguità inconfutabile che nella positività immaginativa dell’opera lascia trasparire un dubbio, o addirittura un dissidio inalterabile.
Mi immagino questo, uno dei segreti di Susanita, un mistero forse insondabile, ma che pertanto non impedisce il dialogo, non ne esclude lo svelamento.
In ogni viso una vita da immaginare, un’esistenza possibile, un mondo di emozioni e sentimenti, un fluido di memorie e di voci, vortici di improvvisi ripensamenti o decisioni implacabili, rimorsi, rimpianti.
Scelte di vita non più possibili o nemmeno considerate, oppure contorsioni giustificative, sofferenze causate da ignoranza, mancanza di coraggio o dall’indigenza.
Questi cinquecento visi stesi al sole, alla pioggia, al vento come panni ad asciugare, sono un po’ sudari, testimoni di eventi che forse sarebbe meglio dimenticare, avendone la capacità e la forza.
No, non dimenticare: espiare per comprendere e trasformare, per accettare un’espansione. Cambiare per aprire nuovi orizzonti, senza fermarsi al catalogo delle colpe e delle sofferenze subite.
Non per dimenticare: questi visi sono qui, davanti a voi che guardate e che pure visi siete, voi che passeggiate osservando e fissando lo sguardo su quelli che più vi attraggono, riconoscendovi nella scelta: osservatori osservati vi definite fulcri di un’identità che forse neppure sospettavate vi appartenesse.

Mille occhi, mille occhi che mi guardano: autoritratto.

Thursday, December 14, 2006

PER L'INTERVENTO DEL 2003 A CAVAGNAGO E PER L'ESPOSIZIONE DEL 1996 AL CENTRO TSI DI COMANO VISITARE IL BLOG DEDICATO APPOSITAMENTE USANDO I LINKS ALLA DESTRA DELLO SCHERMO.

ALTRE IMMAGINI CON VARI INTERVENTI NEL BLOG "SCULTURE" VISITABILE USANDO IL LINK A DESTRA.



Wednesday, December 13, 2006












2001: GALLERIA ARTWERK LUGANO



















MORCOTE 2004: ALLESTIMENTO SCENOGRAFICO PER UN CONCERTO DI PERCUSSIONI CONTEMPORANEE








2004: COLLABORAZIONE CON IL PERCUSSIONISTA LUCIANO ZAMPAR IN OCCASIONE DI UNA MANIFESTAZIONE AL MONTE SAN SALVATORE









23 NOVEMBRE 2004:
ALLESTIMENTO SCULTOREO AL CONSERVATORIO DELLA SVIZZERA ITALIANA DI LUGANO PER IL CONCERTO DEL PERCUSSIONISTA LUCA CONGEDO IN OCCASIONE DELLA CONSEGNA DI UNA BORSA DI STUDIO ASSEGNATA DALLA BANCA RAIFFEISEN AL MUSICISTA.




Thursday, December 07, 2006










partitura di "SOLO" di bussotti